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intorno alle cose che stanno in su l’acqua ecc. 125


del muoversi assolutamente o non muoversi, ma solamente del muoversi velocemente o tardamente: il che si dee tanto più credere, quanto che, in effetto, è sentenza e concetto verissimo. Ora, essendo tale la mente d’Aristotile, e’ apparendo, in conseguenza, più presto contraria, nel primo aspetto, che favorevole al detto degli avversari, è forza che la ’nterpretazion loro non sia precisamente tale, ma quale in parte intesi da alcun di essi, e ’n parte da altri fu referto; e agevolmente si può stimare esser così, essendo esplicazione conforme al senso d’interpreti celebri: ed è, che l’avverbio semplicemente o assolutamente, posto nel testo, non si debba congiungere col verbo muoversi, ma co ’l nome cause; sì che il sentimento delle parole d’Aristotile sia l’affermare che le figure non son cause assolutamente del muoversi o non muoversi, ma son ben cause secundum quid, cioè in qualche modo, per lo che vengon nominate cause aiutrici e concomitanti. E tal proposizione vien ricevuta e posta per vera dal Sig. Buonamico nel lib. 5, cap. 28, dove egli scrive così: «Sono altre cause concomitanti, per le quali alcune cose galleggiano e altre si sommergono, tra le quali il primo luogo ottengon le figure de’ corpi, ec.».

Intorno a tal esposizione mi nascon diversi dubbi e difficultà, per le quali mi par che le parole d’Aristotile non sien capaci di simil costruzione e sentimento. E le difficultà son queste.

Prima, nell’ordine e disposizion delle parole d’Aristotile la particula simpliciter o, vogliamo dire, absolute è attaccata col verbo si muovono, e separata dalla parole cause: il che è gran presunzione a favor mio; poiché la scrittura e ’l testo dice: «Le figure non son cause del muoversi semplicemente in su o in giù, ma sì bene del più tardo o più veloce»; e non dice: «Le figure non sono semplicemente cause del muoversi in su o in giù»; e quando le parole d’un testo ricevono, trasposte, senso differente da quello ch’elle suonano portate con l’ordine in che l’autor le dispose, non conviene il permutarle. E chi vorrà affermare che Aristotile, volendo scrivere una proposizione, disponesse le parole in modo ch’elle importassero un sentimento diversissimo, anzi contrario? contrario, dico, perché, intese com’elle sono scritte, dicono che le figure non son cause del muoversi; ma trasposte, dicono le figure esser causa del muoversi, ec.

Di più, se la ’ntenzione d’Aristotile fusse stata di dire che le figure non son semplicemente cause del muoversi in su o in giù, ma