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intorno alle cose che stanno in su l’acqua ecc. 121

è la mole già abbassata e sommersa sotto il livello della superficie dell’acqua, non andrà altramente, ma si fermerà, non per altra cagione che per la universale e comunissima, che è che le moli corporee men gravi in ispecie che l’acqua non vanno al fondo. Onde, chi pigliasse una piastra di piombo, grossa, per esemplo, un dito e larga un palmo per ogni verso, e tentasse di farla restare a galla col posarla leggiermente, perderebbe ogni fatica, perché, quando si fosse profondata un capello più che la possibile altezza degli arginetti dell’acqua, si ricoprirebbe e profonderebbe: ma se, mentre che ella si va abbassando, alcuno le andasse fabbricando intorno intorno alcune sponde che ritenessero lo spargimento dell’acqua sopra essa piastra, le quali sponde si alzassero tanto, che dentro di loro potesse capir tant’acqua che pesasse quanto la detta piastra, ella, senza alcun dubbio, non si profonderebbe più, ma resterebbe sostenuta in virtù dell’aria contenuta dentro alle già dette sponde; ed in somma si sarebbe formato un vaso col fondo di piombo. Ma se la sottigliezza del piombo sarà tale, che pochissima altezza di sponde bastasse per circondar tant’aria che potesse mantenerlo a galla, e’ resterà anche senza le sponde, ma non già senza l’aria; perché l’aria da per sé stessa si fa sponde, bastanti, per piccola altezza, a ritener lo ’ngombramento dell’acqua; onde quello che ’n questo caso galleggia, è pure un vaso ripieno d’aria, in virtù della quale resta senza sommergersi.

Voglio, per ultimo, con un’altra esperienza tentar di rimuovere ogni difficultà, se pur restasse ancora, appresso qualcuno, dubbio circa l’operazione di questa continuazion dell’aria con la sottil falda che galleggia, e poi por fine a questa parte del mio Discorso.

Io mi fingo d’essere in questione con alcuno degli avversarii, se la figura abbia azione alcuna circa l’accrescere o diminuire la resistenza in alcun peso all’essere alzato nell’aria; e pongo di voler sostener la parte affermativa, affermando che una mole di piombo, ridotto in figura d’una palla, con manco forza s’alzerà che se il medesimo fusse fatto in una sottilissima e larghissima falda, come quello che in questa figura spaziosa ha da fender gran quantità d’aria, e in quella più ristretta e raccolta, pochissima. E per mostrar come tal mio parer sia vero, sospendo da un sottil filo, prima, la palla, e quella pongo nell’acqua, legando il filo, che la regge, ad uno de’ bracci della bilancia, la quale tengo in aria, e all’altra lance vo