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non esclude la sua preesistenza di antica capitale della Daunia, con costumi, leggi, ed usi italici; e che « lungi di essere indisciplinati e sciolti, erano al par di quelli osservanti de’ sociali doveri », concludiamo col ch. Micali (V. I, p. 333).

Veniamo all’avviso di coloro, che la reputano colonia fondata dagli abitatori del Lazio e dell’Etruria.

I ripetuti ch. editori del Museo Kircheriano, così prendono a dire in proposito (p. 114). « Festo ci lascia argomentare, che anche il nome di Luceria venga dalle terre de’ Rutuli. Lucero, dice egli, chiamossi quel Re di Ardea che venne in soccorso di Romolo nella guerra che questi sostenea contro Tazio; ed aggiunge, che la terza centuria de’ cavalieri, la quale poco dopo quella guerra in Roma si istituì, fu detta de’ Luceri, dal nome di quello stesso Re. Non è inverisimile, che tra gli antenati di costui si contasse un altro Lucero, e che questo varcato l’appennino, con una colonia di Cistiberini, chiamasse Daunia la terra, e Lucera la città, che la sorte gli diede a nuova patria ».

E più sopra avevan detto che il rutulo Pico ebbe a figliuolo Fauno o Dauno, e che i Piceni ebbero da Pico il loro nome, così i Dauni da Fauno o Dauno; mostrando benanco una rassomiglianza di tipi le medaglie gettate di questi due popoli.

Ma con argomentazioni così distanti da’ nomi effettivi de’ soggetti, secondo la storia e le tradizioni; con immaginarsi fatti al fondamento de’ quali la stessa probabilità e verisimiglianza incontrano ostacoli; e dalla inverisimiglianza e differenza assoluta della monetazione di questi due popoli pel loro stile, divinità, e cose rappresentate, non può risultarne quanto pretesero i dottissimi autori. Fauno è diverso da Dauno; e chi dice dell’ altro Lucero, capo di coloni cistiberini, inoltratosi fino alle appule regioni?

Ma essendo in discussione archeologica, vediamo se co’monumenti, ed appoggi di questa scienza, si può risolvere, se fia possibile, la quistione.

II ch. Avellino prima della pubblicazione dell’opera de’ lodati scrittori il manifestava ne’ seguenti termini 1: « L’opinione che attribuisce a Lucera una classe assai importante di monete di Aes grave con tipi diversi, e colla lettera iniziale di quella forma che vedesi usata nella maggior parte degli antichi alfabeti italici (V. Sestini Class. gen. p. 15.), par che si renda ogni giorno assai più verisimile per la continua scoverta che di tali monete si fa nelle vicinanze di Lucera. Confermandosi per novelle scoverte una tale opinione, sarà degna di un accurato esame la quistione, circa l’ epoca in cui queste monete hanno potuto essere formate, e circa la potenza, la ricchezza, e l’ origine della città Dauna, che osservò un sistema di monetazione uniforme a quello delle antiche città, principalmente del Lazio e dell’Etruria ».

  1. Opuscoli T. III pag. 114. Napoli 1836, ma scritti fin dal 1826.