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menti, dove sono frequentissime, forse in conseguenza del famoso eccidio di Canne, da quella città poco lungi1.

In vero a sostegno deffinitivo di tale assunto, valga la facilità del rinvenimento di siffatte medaglie, da agevolmente completarne la serie in Lucera e paesi limitrofi dell’Apulia, lo stile bello e perfetto, ed in qualche medaglia anche ricercato diverso assolutamente dalle rozze monete romane, quell’ osco od italico, differente dal latino perfetto, a fianco, o nell’esergo di tali nummi. L’occhio esperto ed abituato a disaminare oggetti siffatti, non puole fare a meno di non distinguerne la sensibile differenza; peculiarmente tenendo sott’occhio, tra le nostre, il quinario, che è tutt’altra cosa di quelli romani, il quincunce, il semisse, e l’oncia della terza e quinta classe; e concludere, che quelle colle iniziali suindicate, a tante città soggette al colossale potere di Roma si spettano, ove le arti erano in grado assai perfetto, ove il disegno è il risultato della più splendida epoca d’italica o greca civiltà. Restano impertanto tuttavia nel mistero quelle aventi le iniziali dell’H, e del . Per coniettura potrebbero attribuirsi alle zecche delle città di Herdonea appula, oggi Ordona nella Daunia, o Hydrus della Messapia le prime, ed a Pesto, o Posidonia della limitrofe Lucania le altre.

Aggiungiamo per ultimo, a sostegno di questa opinione, che pare generalmente ricevuta da’ numismatici, esser vero che molte medaglie romane si rinvengono, e noi non mancammo rimarcarlo a suo luogo2, che hanno semplici lettere, come iniziali forse di nomi di monetieri, quando la severità romana non permetteva usurpazioni di privati sui pubblici poteri; ma le medaglie in parola, pel loro peso, sono state coniate in epoca in cui i triumviri monetali non solo le iniziali, ed i semplici emblemi, o blasoni di loro cospicue famiglie disegnavano nelle monete, ma sibbene i loro nomi apertamente. E questa, sia ragion che ogni uomo sganni.

Divideremo impertanto il nostro lavoro in sei classi corrispondenti alle sei divisioni della monetaria Lucerina, e farem precedere alla descrizione delle monete, e sobria illustrazione di esse, qualche cenno sull’antichità di Lucera, per quanto il permetteranno le tenebre nella quale resta avvolta pel silenzio degli scrittori.

  1. Livio lib. XIII. cap. 50 e seguenti — Il nostro sospetto acquista qualche fondamento per la seguente costante osservazione. — I più frequenti tipi di tali medaglie col CA sono i trienti. Oltre lo immenso numero, essi sono spesso riconiati sopra altre medaglie della Grecia e Magna Grecia. Noi ne possediamo una impressa sopra quella incerta della Campania od Apulia con testa turrita e cavaliere, sotto Roma. — Della sua riconiazione offre la punta della prora, e la leggenda CA chiarissima. Ne possediamo altre riconiate sopra quelle di Epiro in genere, e di Acarnania in genere, ma le più frequenti lo sono sopra le medaglie di Oeniade, conservando chiaro l’antico tipo delle due teste e primiera leggenda. E perchè non attribuire questa singolarità alla urgenza e deficienza metallica appo i Romano-Canosini, alla occasione della seconda guerra punica, che risultò per essi in tremenda sconfitta, e che immensa pecunia richiedeva per sostentamento e stipendio di tanti grandi eserciti? La necessità li obbligò a servirsi in massa de’ nummi di qualunque popolo.
  2. Riccio detta opera sulle famiglie romane p. 260 e 264 monete incerte.