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vostri parenti,» le disse il principe con modestia; ma ella rifiutò, dicendo: — O mio signore! o luce degli occhi miei, siate mio, com’io a voi m’abbandono. — Aimè! ciò che desiderate è impossibile,» rispose il principe, allontanandosi rapidamente, e rientrato nella città, prese alloggio nel quartiere più remoto.»

NOTTE DLXXXV

— «Intanto ognun giudichi della sorpresa del sultano e della sua sposa quando rividero la principessa. Non osavano sulle prime abbandonarsi alla gioia, per tema non il mostro tornasse a cercare la preda; ma la giovane fu sollecita a raccontar loro la storia della sua liberazione, e subito il sultano, la corte e la maggior parte dei cittadini andarono a contemplare il mostro che trovarono disteso a terra; tutti resero azioni di grazie all’Altissimo, dimostrando la più viva allegrezza, ed il sultano, impaziente di attestare al liberatore della figlia la sua gratitudine, le chiese se lo riconoscerebbe. — Senz’alcun dubbio,» rispose quella; ed in fatti l’amore aveva troppo profondamente impressi nel cuore della fanciulla i lineamenti del giovane, perchè li potesse dimenticare.

«Il sultano fece allora proclamare un bando che ingiungeva a tutti gli uomini della città di passare sotto alle finestre della figliuola, ordine che fu eseguito per tre giorni, senza ch’ella vedesse comparire il suo campione. Informatosi il monarca se tutti si fossero arresi alla sua intimazione, seppe che ognuno vi si era uniformato, tranne un giovanetto che albergava in certo caravanserraglio, ed il quale, nella sua