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dere i suoi favori. Ecco, madama, che cosa dovete dire al re. Io corro da lui per rendergli conto della nostra conferenza, e fargli da parte vostra tale dichiarazione, aspettando che possiate farla voi stessa. —

«La regina si lasciò persuadere, e promise di ripetere allo sposo quanto gli avrebbe detto il visir. Questi si recò subito dal sultano, ed assicuratolo che la regina era innocente, e partecipatagli la pretesa dichiarazione, aggiunse: — Il delitto di questo giovane merita maggior castigo; le bontà di cui lo avete ricolmo lo rendono ancor più colpevole, e questo esempio prova che la natura non può cangiare, e che un seme amaro produce sempre amari frutti. —

«Il re, udito il discorso del gran visir, lacerossi gli abiti, e comandò gli si conducesse dinanzi il giovane, e si facesse venire anche il carnefice.»


NOTTE CDXLIX


— La nuova dell’avventura del giovine intendente erasi già diffusa nel popolo: una moltitudine immensa radunossi per vederlo, ed essere testimonio di quanto stava per accadere.

«— Ingrato!» gridò il re, quando fu alla propria presenza; «io ti aveva affidata la soprintendenza delle mie ricchezze, e tu avevi finora ben corrisposto alla mia fiducia; ti ho innalzato al di sopra di tutti i grandi che mi circondano: perchè volesti attentare al mio onore, entrando nell’appartamento della regina? Come mai la memoria dei benefizi onde ti colmai, non ti distolse dal commettere sì gran misfatto? —