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perfidia non resteranno impunite.» Ordinò quindi che si chiudesse il giovane e la regina in segrete prigioni.

«All’indomani, Azadbakht mandò a cercare il suo gran visir, gli raccontò l’avventura del dì prima, gli espose il suo timore la regina non avesse intelligenze col giovane, e ne chiese il parere. — Questo giovane,» rispose malignamente il visir, «è il figlio d’un ladro; ei risentesi della sua infame origine: chi alleva un serpe in seno, deve aspettarsi d’esserne morso. Quanto alla regina, la sua condotta passata, la sua onestà e le virtù vi sono garanti della di lei innocenza; ma se il re nutrisse ancora sospetti contro di lei, mi permetta almeno d’interrogarla; io spero di chiarire quest’affare, e dissipare l’inquietudine che può cagionare a vostra maestà.» Il gran visir avendo ottenuto il permesso che domandava, andò dalla regina, ed assicuratosi, per le domande che le volse e le risposte avute, ch’ella non aveva alcuna intelligenza col giovane, le tenne questo discorso:

«— Qualunque sia la vostra innocenza, madama, il re ha sospetti che, bisogna distruggere; ecco il mezzo di farlo, e giustificarvi intieramente a’ di lui occhi: quando comparirete dinanzi al re, vostro consorte, ditegli che quel giovane, avendovi per caso veduta un giorno, vi ha fatto poco dopo rimettere una lettera, nella quale vi proponeva di farvi il regalo d’un diamante d’inestimabil valore se volevate acconsentire ai suoi desiderii; che voi rigettaste l’offerta con indignazione, e che volevate far arrestare il suo messo, il quale prese tosto la fuga; che, non contento del primo tentativo, il giovine vi fece dire di nuovo, che, se non aveste ceduto alle sue brame, s’introdurrebbe un giorno nel vostro appartamento; che il re lo vedrebbe, e farebbelo punire; ma che così avrebbe oscurata la vostra buona riputazione, irritando il consorte contro di voi, e facendovi così per-