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ha voluto farmi la grazia di accompagnarmi. Abbiamo faticato molto a mettere colui alla ragione; ma infine ci siamo riusciti; è questa fu la causa per cui non abbiam potuto uscire di casa sua che molto tardi. Nel ritornare, a pochi passi di qui, questo buon signore; pel quale ho tutta la possibile considerazione, si sentì colto da un repentino male che mi fece prendere la libertà di bussare alla vostra porta; e voglio lusingarmi che vorrete farmi il piacere di darci asilo per questa notte. —

«L'amico di Ebn Thaher si appagò di quella favola, lor disse ch’erano i ben venuti, ed offrì al principe di Persia, cui non conosceva, tutta l’assistenza che poteva desiderare. Ma Ebn Thaher, rispondendo pel principe, disse che il suo male era di tal natura d’aver bisogno sol di quiete; dal qual discorso comprese l’amico che desideravano riposare, per cui li condusse in un appartamento, ove lasciolli in piena libertà di coricarsi.

«Il principe di Persia s’addormentò, ma il sonno gli fu turbato da mille spiacevoli sogni; che gli rappresentavano Schemselnihar svenuta a’ piedi del califfo, aumentando così la sua afflizione. Ebn Thaher, il quale aveva grande impazienza di ritrovarsi alla propria casa, non dubitando che la sua famiglia non fosse immersa in un’inquietudine mortale (poichè non gli era mai accaduto di dormire fuor di casa), si alzò e partì di buon mattino, dopo essersi accommiatato dall’amico, il quale erasi già alzato per fare la preghiera dell’alba. Giunse finalmente a casa; e la prima cosa che fece il principe di Persia, il quale aveva fatto grandi sforzi per camminare, fu di buttarsi sur un sofà, tanto stanco come se avesse fatto un lungo viaggio. Siccome non era in istato di trasferirsi alla propria dimora, Ebn Thaher gli fe’ preparare una camera, ed affinchè, non ne stessero in pena, mandò