Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/460


50

l’oro, e mentre lo pesava dissemi all’orecchio: — Al solo guardarvi, conosco che amate la mia padrona, e mi meraviglio non abbiate ardite di manifestargli il vostro amore: essa vi ama ancor più che voi non l’amiate. Non credete già che abbia bisogno delle vostre stoffe; ma qui non viene per altro se non perchè le avete inspirato una violenta passione, e per questo appunto vi chiese se eravate ammogliato. Dite una sola parola, ed in voi solo starà lo sposarla, se volete. — È vero,» risposi, «che sentii nel mio cuore, fin dal primo istante che la vidi, immenso amore per lei, ma non osava aspirare alla felicità di piacerle. Io le sono tutto devoto, e non mancherò di riconoscere i vostri buoni ufficii. —

«Finalmente terminai di pesare le monete d’oro, e mentre li riponeva nel sacco, l’eunuco si volse alla dama, e dissele, ch’io mi dimostrava contentissimo: era questa la parola ond’erano convenuti fra loro. Tosto la dama ch’era; seduta, si alzò, e partì dicendo che mi manderebbe l’eunuco, e non avrei a fare se non quello ch’egli dar parte sua m’avrebbe detto.

«Pagai i mercadanti, ed attesi con impazienza per alcuni giorni l’eunuco, ii quale finalmente comparve...»

— Ma, sire,» disse Scheherazade al sultano delle Indie, «ecco l’alba,» e tacque. Il giorno dopo ripigliò in tal guisa la narrazione:


NOTTE CXLIV


— «Colmai di gentilezza l’eunuco,» disse il mercante di Bagdad, «e gli chiesi nuove della salute della padrona. — Voi siete,» mi disse, «il più fortunato mortale; ella va pazza d’amore. Non si può