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pigliò allora, «quell’uomo che si trova con noi ne saprà qualche cosa.» Un calendero fe’ segno al facchino di avvicinarsi, e gli chiese se sapesse perchè fossare state battute le cagne, e per qual cosa il seno di Amina era tutto piagato. — Signore,» rispose il facchino, «posso giurare pel gran Dio vivente, che se voi non sapete nulla di tutto questo, neppur noi ne sappiamo gli uni più degli altri; è vero che io sono di questa città, ma non sono mai entrato in questa casa prima d’oggi, e se voi vi maravigliate di vedermi qui, io non mi maraviglio meno di trovarmici in vostra compagnia. Quello poi che raddoppia il mio stupore, è di vedere queste dame sole senza nessun uomo.

«Il califfo, la sua compagnia ed i calenderi avevano creduto che il facchino fosse di casa, e potesse informarli di quanto bramavano sapere; Aaron, risoluto di soddisfare a qualunque costo la sua curiosità, disse agli altri: — Sentite, noi siamo qui sette uomini, e giacchè non abbiamo a fare che con tre donne, obblighiamole a darci gli schiarimenti che desideriamo; se non vogliono prestarsi di buona voglia, siamo in grado di costringervele.

«Il gran visir Giafar si oppose a quell’idea, e ne fece comprendere le conseguenze al califfo, senza per altro far mai conoscere il principe ai tre calenderi; volgendogli dunque la parola quasi fosse stato un mercadante: — Signore,» gli disse, «considerate, ve ne prego, che abbiamo la nostra riputazione da conservare. Sapete con qual condizione queste dame acconsentirono a riceverci in casa loro, e noi abbiamo accettato. Che cosa si direbbe di noi se mancassimo alla data fede? E saremmo ancor più da biasimare se ci accadesse qualche disgrazia. Non è probabile ch’esse abbiano voluto da noi tal promessa, senza essere in grado di farcene pentire se non la manteniamo.

«Qui il visir trasse in disparte il califfo, e parlan-