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provare quanto sieno antichi i consorzi laicali di beneficenza1; piuttosto resterà sempre il desiderio di conoscere, se i Consorzi, che compaiono fra noi nel secolo decimoterzo, sieno una continuazione di quelli, o non veramente una creazione ex novo, fosse pur tolta a prestito da altre città. Quello di S. Michele del Pozzo Bianco, che quindi funzionava nella omonima Vicinia, dicesi fondato fin dal 1266, ma solo nel 1272 approvato dal vescovo Guiscardo2; ma vi è lasciata troppa parte alle pratiche religiose, e la visita stessa degli infermi non v’è permessa che al Canevario del Consorzio, sempre colla licenza dei Consiglieri; la deliberazione che, raggiunto un certo capitale, il di più si distribuisse ai poveri, la vediamo così subito abolita per volontà stessa del cappellano di S. Michele3, che sembrami questo Consorzio essere sorto per tutt’altri fini da quelli, pei quali s’erano costituiti gli antichi. Così si potrebbe credere fondato nel 1272 anche quello di S. Alessandro della Croce, che esercitava la sua azione entro i limiti della Vicinia accuratamente descritti ne’ suoi ordinamenti, se non trovassi ch’esso si riattacca indubbiamente ad un Consorzio assai più antico, là dove tra i suoi obblighi mantiene anche quello di distribuire a Pasqua indistintamente a ricchi e poveri l’agnello benedetto, e ciò in ossequio ad una antica consuetudine4.

  1. Murat. Antiqu. VI, 451 seg.
  2. Peregr. Vinea 2. 39; Stat. Consort. cit. § 1.
  3. Stat. Consort. cit. §§ 25, 32.
  4. Calvi Effem. II, 254. Una quitanza del 1337, tra le carte del compianto Tiraboschi, che passarono alla Civ. Biblioteca, accenna al Consorzio vecchio di S. Alessandro in Colonna (Ser. III, n. 76.)