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GIOSUE CARDUCCI

colta per l’affetto e la riverenza onde scrisse di Dante, ch’ei forse in Lucca potè conoscere. Indirizzava un brutto sonetto a un Gallacone da Pisa in occasione delle guerre che furono tra Pisani e Senesi nel 1335: e il Crescimbeni, forse per documenti da lui veduti, ne protrae l’età poetica fino a’ tempi di Mastin della Scala (1340 circa).

Tenne parte ghibellina messer Bosone de’ Raffaelli da Gubbio, nato verso il 1280, e fu co’ Ghibellini cacciato nel 1300. Rifuggito in Arezzo, vi conobbe (1304) e si fece amico l’Alighieri; che egli nel 1311 rimpatriato ospitò dopo la morte di Arrigo VII e in Gubbio e nel castello di Colmollaro. Novamente bandito nel 15, Bosone fu podestà d’Arezzo nel 16 e di Viterbo nel 17, nel 27 capitano di Pisa e vicario del Bavaro, nel 37 finalmente senatore di Roma. Morì probabilmente circa il 501. Scrisse nel 1311 l’Avventuroso Ciciliano, che a G. F. Nott primo editore garbò di qualificare romanzo storico: dove alle dicerie tradotte da Sallustio da Cicerone e Valerio Massimo si mischiano novelle improntate dei costumi del secolo. E Armannino giudice da Bologna, esule anch’egli e veneratore di Dante, gli dedicava la Fiorita, amena compilazione delle antiche epopee scritta nel 1325. Fra le rime pubblicate sotto nome di Bosone, suoi certamente sono il capitolo sur una guerra tra Veneziani e Turchi del 1307 e il sonetto in morte di Dante e altro capitolo d’esposizione alla Divina Commedia. Ma le chiose in terza rima alla stessa, attribuitegli nel XVII delle Deliciæae eruditorum, sono, come prova il Mehus2, d’un Mino Vanni d’Arezzo. Poco spirito ebbe d’eleganza, e men di poesia. Quel Bosone da Gobbio iscritto come testimone in un compromesso fatto a Urbino in Bonifacio IX nel 1392, di cui parla l’Allacci, dovette essere un discendente del nostro: e a lui si può riferire l’enigma politico in quattordici versi alludente agli ultimi fatti del secolo XIV, pubblicato dal Trucchi.


  1. F. M. Raffaelli: Della famiglia, della persona di M. Bosone da Gobbio, ecc.; Deliciae eroditorum, di G. Lami, Firenze, 1755, volume XVII.
  2. Mehus: Vita Ambr. Traversari, 274

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