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GIOSUE CARDUCCI

intiera, chi non ricerchi anche gli esperimenti de’ contemporanei. Veramente ciò non può nè deve importare a tutti: ma tornerà gradito a chi non si creda tanto meglio civile quanto più ignorante delle lettere patrie, vedere in quali condizioni trovassero l’arte l’Alighieri e il Petrarca, sino a qual punto ne accettassero i modi e le forme attuali, come le avanzassero compiessero rinnovassero, e l’impronta che diè loro il secolo e quella ch’e’ gli lasciarono, che debbano al secolo essi, che il secolo ad essi. Nè tutti presero que’ due grandi a trattare i modi della poesia d’allora: in qualche misero rimatore, come preziosità di materia in possesso di povera gente che non la conosca o instrumento finissimo in mano di chi non possa valersene, alcuno ve n’ha, che poi coltivato a dovere fruttificò largamente. Ed è utile a considerare come la poesia sapesse far ritratto fedele dei concetti e degli affetti del tempo, qual parte avesse negli instituti della vita, come s’inframmettesse, per toglierne abito or pietoso e gentile or severo e feroce, alle lotte civili alle meditazioni della scienza ai sentimenti religiosi ed al culto: perchè allora, secondo i tempi, ella fu da vero universale. Della lingua e della dizione nè pur tocco: alla storia e all’uso delle quali, ora graziosissimi e semplici, ora efficaci e vigorosi, e dove pur sieno intinti dal dialetto nativo di qualche rozzezza, sono i rimatori del secolo XIV originali testimonii ed esempii. Ed anche ai giovani scrittori di versi (dappoichè i versi sono ancor tollerati in Italia), se non ne temessi i superbi fastidii, oserei raccomandarli; che vedessero un po’ di pigliarne uso a dir le cose loro con semplicità e schiettezza, con viril leggiadria, con quella lucidità che è delle prime doti poetiche.

Per conseguire dunque il fine proposto e rimanere nei limiti di questa Biblioteca, convenne raccogliere e scegliere: raccogliere quanto paresse rappresentare il il processo della lirica italiana nel secolo XIV; quanto paresse aggiungere qualche particolarità alla storia dell’arte, qualche documento a quella del pensiero: scegliere fra il molto quel che meglio rispondesse al fine o per argomento o per concetto o per allusioni o per forma. Perchè abbiamo atteso anche alle bellezze di lingua e di sti-


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