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sorella, o figlia, some dice Ieronimo; il proemio in fallo, ma le guerre persiche volendo, per non essere finite. E racconta in generale che e’ scrisse e tragedie e opere politiche. Eraclide di Serapione crede le tragedie di un altro; Ieronimo assevera essersi abbattuto in quaranta tre sue tragedie; ma Neante dice, che e’ scrisse tragedie da giovane, e che esso pure s’abbattè in quelle da poi. Narra Satiro, nelle Vite, che fu medico ed oratore ottimo. Però fu suo discepolo Gorgia leontino, uomo superiore agli altri nella retorica, e che ce ne trasmise l’arte, il quale, secondo Apollodoro, nelle Cronache, visse nove anni oltre i cento.

IV. Satiro dice affermare costui di essersi trovato presente mentre Empedocle faceva incantamenti; ed esso stesso vantarsi ne’ suoi poemi di questo e di più altre cose, per le quali scrive:

   Quanti farmachi son della vecchiezza
   E dei mali rimedio imparerai,
   Che queste faccio tutte cose io solo
   Per te. Tu calmerai d’assidui venti
   L’ira, che irrompon sulla terra e i colti
   Co’ lor soffj ne struggono; e di nuovo,
   Se in tuo voler sarà, ricondurrai
   I venti domi; e dalla nera pioggia
   Il conveniente all’uom secco trarrai;
   E produrrai dalla secchezza estiva
   Nutritori di piante i gran rovesci
   Che imperversan la state. E l’uom già morto
   Richiamerai dall’Orco a forza.


V. Scrive Timeo, nel decimo ottavo, che Empedocle