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CAPO IV.


Licone.


I. Successe a costui Licone di Astianatte, della Troade, uomo eloquente e all’educazione de’ fanciulli sommamente adatto. Egli era solito ripetere doversi nei fanciulli unire insieme la vergogna e l’amore della gloria, come ne’ cavalli gli sproni ed il freno. La sua facilità di parlare e la eccellenza nello esprimersi appare anche da questo che e’ disse favellando di una povera vergine: Grave peso ad un padre la fanciulla cui trascorre, per pochezza di dote, il fiore dell’età giovanile. Il perchè narrasi che Antigono questo ebbe a dire di lui: Che siccome la fragranza e la grazia di un uomo non era trasportabile in alcun modo altrove, così nell’uomo istesso, come nell’albero, si doveano considerare le singole cose che si parlano. E questo perchè nel dire era soavissimo. E perciò aggiugnevano alcuni il gamma al suo nome. Nondimeno nello scrivere era da sè diverso. — Circa coloro, per esempio, che si pentivano di non avere imparato quando era tempo, e desideravano imparare, esprimevasi elegantemente in questo modo: diceva, ch’e’ rimproveravano sè stessi, poichè il pentimento mostrava, coll’impotente voto, l’incorreggibilità dell’ignavia. — A quelli che non si erano consigliati a dovere, diceva, essere scaduti dalla ragione al pari di chi esamina con una