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la sua vincere l’averno, ed Apollo con la sua spesso mitiga le tristezze umane. Non ha il cuore nel petto chi non vede nel cielo quella provida mano la quale gettò i pianeti tutti nella stessa via del sole, e contenne gli altri al centro del polo.» Mentre egli dicea, già le stelle impallidite cedevano il dominio del Cielo al padre della luce. Erostrato avea fino allora udite quelle sclamazioni a labbra chiuse, nè parea commosso da così nobile argomento. Lo che osservando Evsevaste incominciò: «Vorrei togliermi dall’animo un dubbio molesto, il quale alla benevolenza che per te nutro scema non mediocremente la dolcezza sua. Perocchè l’indole tua leale inclinata a sentire ed accogliere eccelsi disegni, l’ardore che ti strugge della gloria sono pregi che in te ammiro ed amo sinceramente. Ma non so per quale inesplicabile opposizione sendo tu in ogni tema di favellare rapito a trasporti sublimi di