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mava dal corridoio. Solamente al leggero rumore dell’uscio che si apriva volse il capo.

— Flavio ha voluto venire...

I due fanciulli entrarono: Elvira davanti, poi Flavio, timido, cogli occhi che chiedevano scusa.

— Ha voluto venire! — ripetè Elvira, dando un’occhiata sdegnosa alle traccie che le scarpe di Flavio lasciavano sul tappeto.

— Hai fatto bene — disse Anna tentando di sorridere al fanciullo: ma davanti a quella faccina mesta sentì che non era necessario fingere e riprese senza nascondere nulla del proprio affanno — Dovevate chiamarmi, vi avrei raggiunti di là.

— Se ti dico che è lui che ha voluto venire!...

Flavio girava il suo cappello fra le dita, incapace di parlare, vedendo confusamente ogni cosa, con un gran nodo nella strozza, un po’ ferito dall’insistere che faceva Elvira sulla