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tempo aveva ancor tocca, ne subì suo malgrado il misterioso impero. Sua sorella le apparve in quell'istante più che mai straniera ma armata di invincibili diritti. Piegò il capo e seguendo distrattamente cogli occhi il disegno della ghiaia per terra, cadde in un profondo silenzio.

Un'orchestrina mascherata da un gruppo di felci gigantesche eseguiva un'aria dell'Orfeo. Le note delicatamente appassionate cadevano nel piccolo giardino non ancora invaso dalla folla, dove aliava un fresco odore di azalee appena dischiuse, dove il caldo greve ancora ma non contaminato conciliava un soave torpore sognante.

- Come si sta bene qui! - sospirò Elvira a fior di labbro.

Nello stato di sensibilità acuta in cui si trovava Flavio, coi nervi vibranti, la fantasia in tumulto, tutto il suo essere sollevato da un'onda di vita, anche quelle semplici parole