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era insopportabile. Un'afa impregnata da migliaia di esalazioni, corrotta da microbi invisibili, nauseabonda nel suo odore fondamentale che inutilmente veniva a tratti a tratti interrotto dalla presenza di qualche profumata signora, gravava su tutte quelle persone raccolte. I velari di tela bianca distesi a mezza volta per regolare la luce contribuivano a restringere lo spazio, imprigionando l'aria, rendendola vieppiù soffocante e irrespirabile. In quella atmosfera lattea, uniforme, la folla si pigiava più intontita che allettata, ricevendo nella retina degli occhi un'impressione confusa di colori che per la maggioranza si risolveva in una leggera emicrania: scossa tratto tratto da un soggetto impressionante, da una arditezza nuova di esecuzione che le traeva esclamazioni derisorie e faceva correre ratte le facezie di bocca in bocca, ma riprendendo quasi subito il suo andare pesante e rassegnato di branco umano davanti alla sfilata interminabile dei quadri.