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Ah! se colui che fra gli agi della vita, prodiga i suoi beni, moltiplica i piatti della sua tavola, e si lamenta se non sono squisiti, che sdegna un abito un po’ sbiadito, o frusto o fuor di moda, che spende e spande in cose da nulla; se insomma, il dispensatore infedele provasse, per qualche ora solamente, i rigori della privazione, se passasse in un tratto ai cenci del povero, alla miseria, gli sarebbe impossibile, dopo, non vuotare in favore dello sfortunato quella borsa, che apre soltanto per inutili profusioni!

— Non avete dunque famiglia? dissi a quella sfortunata. Non c’è nessuno per voi?

— L’ultimo figliuolo mi morì, sarà una ventina d’anni. Io stavo dal mio nipote, vicino al villaggio di Morgue; ma il giorno del castigo, quel povero disgraziato sparì, e non se n’è saputo più nulla; sarà stato portato via colla casa e tutto. La sua moglie e i figliuoli li ricolse in casa un uomo di carità, lontano di qui sulla montagna; per mantenere anche me non aveva mezzi, e rimasi abbandonata. Già, per campare, poco mi basta; e ce n’ho anche per poco.

— Per poco! ripresi io. — La morte prossima di quella povera donna, la sua partenza per l’eternità s’offrirono all’anima mia; ne fui commosso, e domandai a me medesimo: dove andrà ella al partirai da questo mondo?

— Credete voi dunque, soggiunsi, di non dovere star lungo tempo quaggiù?

— Oh no! diss’ella, riguardandomi fisso. I giorni del mio viaggio son finiti. Ho novantacinque anni, e sento che presto io dovrò comparire al cospetto di Dio. — E dicendo queste ultimo parole, sospirò.