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essere giustificati, sarà lo stesso che invitarli alla licenza e alla sregolatezza della carne.

Oh quanto sono da compiangere quelli che parlan così! Dunque essi non sanno, che la conoscenza di Gesù è una conoscenza di vita e d’amore! Che il riceverlo nel proprio cuore vuol dire cangiare il cuore alla sua presenza! Che è impossibile all’anima, la quale contempla Gesù morente sulla croce per lei, il vivere ancora nel peccato, che crocifisse il Signore della gloria! Non sanno, che il credere in Gesù vuol dire cercar di piacergli!

Oh, se al pari di me avessero veduto costoro la vecchia Vallese, che si svegliò dal suo penoso e lungo sonno, per conoscere il Salvatore e tutto l’amor suo; se avessero letto sulla faccia di lei, la pace di Dio, e la speranza di Dio, che non si trovano fuorchè dove si trova Gesù; se avessero udito con qual accento ella chiese che Iddio la guidasse da sè; con quale voce ella mi parlò di rivederci in paradiso! non potrebbero essi più dire, per poco ch’ei fossero semplici e sensibili, che queste sieno illusioni, le quali è imprudenza di produrre nell’anima degli uomini.

Per me, sento una testimonianza nel cuore, e spero che me la dia il Signore; amo di credere che quel giorno stesso la vecchia Vallese fosse condotta dallo Spirito Santo alla conoscenza della sua salute in Cristo; che ne avesse la veduta, la certezza, ed il suggello, porchè le fu dato allora credere di cuore, in Colui che giustifica l’empio. Io tengo per certo ed affermo, che quella peccatrice, se crede così in Cristo crocifisso per lei, fu allora per sempre messa in possesso della speranza dell’eterno retaggio; di maniera che, se ella è partita di quaggiù, è certamente nella pace del Signore, e se è ancora sulla terra