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libro quinto. 101

State più gravi, ed alle fresche aurette
190Ricrearsi potrà dall’affannoso
Ardere della terra; e quando il verno
Le foreste dispoglia e l’aere inaspra,
Anco il gregge vestito è nelle membra
Di nuove lane, e il suo rigor nol fiede.
195Or qui s’inforsa in fra parer contrarj
Il dubbio rito. Alcun sui dorsi il vello
Di tergere nell’onda ha per usanza;
Altri il contrario segue, e sì lo assenna
Il timor, che rappreso in su la pelle
200L’umidor de’ lavacri, un qualche danno
Partorisca alla greggia, e così il tonde
Di brutture com’è sordido e crasso.
Ma le sucide lane agevol quindi
Non è il purgar, che molte fila indarno
205Si disperdon ne’ fiumi, e delle ciocche
Il complesso si svolve e perde il lustro.
Cerca limpido rio, cerca d’apriche
Rive bei fonti; e se l’onde van brune
Di loto, o periglioso è l’appressarsi
210Alle sponde dirotte, o cupo è il fondo,
Dentro a tini raccogli e larghe docce
L’acqua, e sì la v’immergi entro e costringi;