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dare retribuzioni; edilizi da durare lungamente, non cittadineschi, in alto porre, fare ornamenti splendidi, ed altre cose scritte dall’ordine de’ nostri maggiori.» Scriverei anzi così: Adunque (conciossiacosachè intorno alle cose di grande spesa solamente s’attenda) è cosa del magnifico, come tu sai, saviamente spendere grandi cose e per cagione di bene; con diletto grandissimi conviti spesseggiare, donare grandissimi doni, forestieri grandemente spendendo ricevere, dare retribuzioni, edifizi da durare lungamente, e non cittadineschi, in alto porre, fare ornamenti splendidi, ed altre cose scritte dell’ordine (cioè della consuetudine) de’ nostri maggiori.

Pag. 50. «Risponderanno questi piuttosto lusinghieri che consapevoli di magnificenza: Egli ha grandissimo numero come di cavalli.» Possibile che non siasi indovinato che dee dire, con se di cavalli?

Ivi. «E quantunque poco sia quello che nel vivere di costoro si spenda, nè è gran cosa, nè per cagione di bene fatto, anzi piuttosto con dolore e con una strettezza sì fatta che piuttosto di plebeo che di grande pare la spesa: e se la grandezza dell’ufficio suo nol richiedesse, tostamente sarebbe ridotto in uno picciolo numero.» Io credo che qui abbia errore. Come sta quel dir poco, e poi aggiungere inutilissimamente nè è gran cosa? Sicché scriverei: E quantunque poco sia quello che nel vivere di costoro si spenda, nè gran cosa per cagione di bene fatto (anzi piuttosto con dolore e con una strettezza sì fatta, che piuttosto di plebeo che di grande pare la spesa), se la grandezza