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accordante in sul riposo di coloro che sedeano. Quanto a me, confesso candidamente di non saperlo: e penso quindi che debba scriversi così: Credo nondimeno che questo fusse fatto avvedutamente, acciocchè, accordante niun riposo, coloro che sedeano nella letizia (detto ironicamente) delle vivande agevolmente non si risolvessero in sonno.

Pag. 9 «E posto che nel focolare nullo fuoco avesse intorno, il fummo della cucina e’l lesso della vivanda occupava ogni cosa.» Il Gamba nell’errata corrige in fine del libro ha congetturato, che in vece di lesso debba forse scriversi lezzo. E parmi ragionevolmente. Ma doveva anche avvedersi che la virgola era a porsi dopo avesse, e prima d’intorno.

Ivi. «E quello che m’era gravissimo al vedere e all’odorato, era, mentrechè le mezzine e i vasi del vino quinci e quindi portavano, ed alcune volte rompessono, il rotto suolo immollando, e la polvere e’l vino co’ piedi in fango convertissono, di fetido odore riempivano l’aria del luogo.» La casa, ove facevasi il convito del gran siniscalco, era reale, tessuta di travi dorate, coperta di bianco elefante: non sembrami dunque possibile che il suolo vi fosse rotto. Io emenderei tutto il passo così: E quello che gravissimo al vedere e all’odorato era, mentrechè le mezzine e i vasi del vino quinci e quindi portavano, e’alcune volte li rompessero, e, tutto il suolo immollando, la polvere e’l vino co’ piedi in fango consertissono, sicchè di fetido odore riempievano l’aria del luogo.

Ivi. «Dopo questo, il prefetto della reale casa, sucido, disorrevole e non in abito discordante dalla casa, pochi e piccolini lumi portando in mano, gli