i pastori, chi era quello malaugurato. Gli pastori allora rispuosono, che questi sí era uno folle, lo quale usava alcuna fiata
con loro. E riposato che lo re fu un poco, egli si pone a bocca
un corno d’aulifante, e sí lo suona per grande pezza, acciò
che sua compagnia lo ritrovasse e venisse a lui. Allora lo folle
sí si desta molto sbigottito, e si cominciò a gridare: «Piglia
piglia, corri corri, a loro a loro!». E sí diceva quello, che
a bocca gli venia; e gli pastori, dubitando che quello tanto
gridare non rincrescesse allo re, sí cominciano a batter Tristano, e davangli di grande bastonate; e tanto gli danno, che
lo fecero, in mal’ora per loro, crucciare; ché, non potendo
egli piú sofferire, si lancia tra loro, e aggrappa a uno di mano
uno grosso e grande bastone, e sí gli trae a fedire per si fatto
modo e sí crucciato, che con quello bastone egli degli diciotto
n’uccise sette, e gli altri per grande paura di lui tutti fuggirono. E lo re, vedendo, ebbe grande paura, e pone mano
alla spada e mettesi a uno certo cantone presso alla fontana.
E a tanto, ecco quivi giugnere messer Adriette e altri cavalieri, e domandavano chi aveva morti quegli pastori; e lo re
allora disse: «Quello folle gli ha morti». Allora costoro di
ciò si fanno grande maraviglia, e Adriette prega lo re, che
meni lo folle alla cittá. E allora vanno a lui e donangli del
pane e della carne; e tanto lo lusingano e fannogli agevolezza,
che egli se ne va dopo a loro. E tanto cavalcano, che furono
alla cittá di Tintoille: non per tanto che niuna persona ancora raffigurasse Tristano, tanto era contraffatto di sua persona:
ed egli non di meno non sapeva dov’egli s’andava, né dov’egli era, né di stare, né d’andare. Andando Tristano folle
per la cittade, egli scontrò uno bastagio, il quale guidava uno
muletto caricato d’orci da acqua: onde lo mulo si sospinse lo
folle alquanto, sí come bestia. Di questo Tristano folle molto
si crucciò a quel punto, e per tale egli prese quello bastagio
e si lo lieva in alto e percuotelo sopra gli orci per si grande
forza, ch’egli gli fece rompere l’osso e ’l cuore; e uccise lo
muletto ancora, e quelle orcia tutte ruppe; e questo fece abbiendo lo bastagio in mano. E lo re e altri baroni, che ciò