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appendice 323


servidore Tristano, lo quale v’ama tutto di buon cuore». Allora vedendo Lancialotto come questi era Tristano, non cura dello onore dello brando, anzi getta via lo suo, ed elmo e scudo; e abbracciansi e baciansi piú di cento fiate insieme; e l’uno a l’altro donava l’onore della battaglia. E lo re Marco, avendo veduta la crudele battaglia, e poi vedendo lo grande onore che gli cavalieri insieme si faceano, fassene cogli suoi baroni grande maraviglia, e manda a sapere chi era lo pro’ cavaliere; e sappiendo sí come questi era Lancialotto dello re Bando di Benuicche, lo falcone degli buoni cavalieri erranti e ’l pregio de’ cavalieri erranti, allora egli s’accompagna con molti de’ suoi baroni e cavalieri; e vassene a punto lá ove sono gli due combattenti e abbraccia Lancialotto e fagli grande festa e grande onore, e convitalo a la cittá. (Cap. XLIX).

7. — Come albergavano i cavalieri erranti.

E sappiate, che in tre maniere poteano albergare a quel tempo gli cavalieri erranti, o vero stranieri, li quali andavano per lo mondo a quel tempo provando loro venture e le loro persone in fatti d’arme. S’egli andavano in contrada dimestica, lá dove avesse cittá o villa o castello, sí potevano, sed e’ piaceva loro, andare al palagio del signore della contrada; e se ciò eglino non volevano fare, sí andavano agli alberghi ordinati per lo signore della contrada, e quivi benignamente erano ricevuti; e s’egli andavano per contrada salvatica, lá dove non avesse né villa né abitazione, lo signore che possedeva la contrada, vi facea fare magioni a certe poste; e faceanvi dimorare forestieri, gli quali aveano potenzia d’albergare gli detti cavalieri viandanti che vi arrivavano; e se ’l cavaliere andava per contrada molto diserta e salvatica, la quale per paura delle malvagie fiere non si potesse albergare, lo sire delle contrade facea fare, a certe poste, grandi e belle albergherie, e sí le forniva di biada, di fieno, di biscotto e di vino e di cernises; e questa serravano colle chiavi; e le dette chiavi, poi appresso