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314 la leggenda di tristano


uno suo cofanetto, e trassene la punta, la quale ella avea riposta, e pose questa punta incontro alla spada mozza, e vidde che veramente questa punta era di questa spada, e che bene si confaceva insieme; e per questa cagione, ella conosce che questo cavaliere era quello che ’l suo fratello avea tratto a fine e lo avea morto. E allora corre inverso lo bagno colla detta spada in mano gridando: «Ahi falso traditore, nipote dello re Marco di Cornovaglia! ora non ti puoi piú celare; che fermi siamo e certi, che tu se’ quello malvagio traditore, che a tradimento uccidesti l’Amoroldo. Ma ora pur è mestiere che tu muoia per la mia mano». E si lo volea colpire, se non per tanto che alcuno, che quivi era, non lo sofferse; e Tristano di lei non dottava, imperò che non crede che colpi di femmina gli avesser potuto far male. Ma a quello grande rumore, che la reina faceva, si trasse lo re Languis ed altri suoi baroni assai. E la reina, quando vidde lo re, disse: «Messer lo re, vedete qui Tristano, nipote dello re Marco di Cornovaglia, il quale m’uccise l’Amoroldo mio fratello a grande tradimento». E lo re disse: «Dama, non gridare e non ti dare piú tanta langura; lascia fare a me questa vendetta: che non si appartiene a dama di fare tal cose». E appresso lo re sí si volse verso Tristano, dicendo: «Cavaliere, siete voi quello Tristano di cui è sí alta fama per tutto lo mondo?». E Tristano disse: «Signore, alcuna gente m’appella bene come voi dite». E lo re disse: «Rivestitevi tantosto; e voi, cavalieri, gli fate compagnia, e si lo menate al palagio». Allora uscí Tristano del bagno, e in giubba di seta si rivesti, e a collo si pose un mantello di cammellino; e la bella Isotta ripose sua spada. Essendo Tristano davanti lo re, a tutta gente ne pareva grande peccato vedendo morire tanto prode cavaliere e in tale maniera. E la reina stava avanti lo re a guisa d’una dama impazzata, e diceva: «Sire, io vi priego, per lo buono amore che voi portaste allo Amoroldo, mio fratello, che voi prendiate alta vengianza di questo falso traditore». E lo re dice: «Dama, va’ a tua via; ché io farò quello che ragione sará, e di vostra onta sarete altamente vendicata». Appresso