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82 LA GlOTENTtr DI CATERINA OE' MEDICI.

volse ella a Clemente settimo. Alle preghiere di lei il Papa si contentò che l' Aldobrandioi se ne uscisse coir esilio di tre anni a Faenza, sborsando duemila ducati di mallevadoria. Egli non era ricco, e aveva molti figli; e anche in questo bisogno gli giovò la benevolenza della Duchessina, poiché mosso dal patrocinio di lei, lo soccorse il Valori.*' Cosi Salvestro Aldobrandini potè lasciare inco- lume la patria , e farsi reputazione di abile giure- consulto in parecchie città della Romagna Dopo la morte del Papa si strinse ad Ippolito de' Me- dici , sul quale i raminghi fiorentini fondarono una speranza che presto doveva dileguarsi. Ope- roso pur da lontano per la sua patria, prese egli parte alla eloquente rimostranza, dai fuorusciti diretta air Imperatore, contro la tirannia di Ales- sandro, e contro la violazione ^ei patti ai quali si era arresa la città. A lui mentre in Bologna sosteneva uflBcio di giudice , andò Lorenzino de' Medici a portar la nuova dell' uccisione di Ales- sandro: nuova che Salvestro non volle credere per la poca stima del nunzio; né vi prestò fede finché da Firenze non si venne ad inseguir l'omicida obbligandolo a rifugiarsi in Venezia, dove, non altrimenti di quel ch'era comparso a Salvestro, il fatto comparve incredibile a Filippo Strozzi.

Durante il soggiorno dell' Aldobrandini alla corte di Urbino, un caso occorse alla sua figlia