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62 LA. GIOVENTÙ DI CATERINA DE'mEDICI.

tito: Badate a vot, gli disse uno, che non vi fac- ciano a pezzi! — Vof avete cambiato la botte, ma non il vino; e il pòpolo vuol cambiare an- che il vino — gli diceva un. altro.* In molte ma- niere poi, alcune delle quali amaramente bef- farde, gli facevano conoscei'e che si voleva qual- cosa di più, oltre T allóntanatriénto ^el Cardinale e dei giovani.

E tutto questo peggiorò, quando venne la nuova che Alessandro e Ippolito erano fuggiti da Pisa a Lucca, -senza che avesse avuto luogo precedentemente la consegna delle fortezze , nelle quali erano di presidio le truppe assol-* date. Allora scoppiò la tempesta contro lo Strozzi che aveva accornpqgnato i giovani, e si era lasciato sopraffare da loro. Madonna Clarice ac- compagnata dalla sua nipote dovè lasciare un'al- tra volta la casa Medici, e se ne andò a Santa Lucia. Il Cardinale arcivescovo, temendo il tu- multo, cercò ricovero nella contigua abitazione de' Martelli, tornando, di là, appena fu quietata, la sollevazione, nel palazzo vescovile parimente IV vicino. Del quale oggi si vede solò una pic- cola parte, conoscibile dalle armi di Pio II Pic- colomini ; poiché s^ -anni dopo l'avvenimento che nof raccontiamo, un terribile incendio lo incenerì quasi del tutto, e il nuovo palazzo fu fabbricato dal figlio del più volte nominato Otta- viano , il cardinale arcivescovo Alessandro che