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LA GIOVENTÙ DI CATERINA DE'MEDICI |
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44 LA GlOTEPTrè DI CATERINA DB* MEDICI. VII. Venne così Panno 45S7: anno il piin doloroso che da secoli e secoli .fosse passato per l’Italia, Quando il Cardinale de’Medici, come abbiamo già raccontato, lasciò Firenze per non rivederla più, divenuto pontefice affidò la direzione suprema dei pubblici affari, quale egli dietro l’esempio deglil antichi Medici l’aveva esercitata, senza forma né titolo, al Cardinale Silvio Passerini-«di Cortona, creatura del Papa Leone X. Fu una scelta disgraziata: quell’uomo gretto d’ingegno e corto d’ idee, quanto ambizioso e cocciuto, non era in alcun modo atto al grave peso, t II Cardinale di Cortona,» così dice uno dei maggiori aderenti dei Medici, Francesco Vettori, «non era di tanto ingegno da saper maneggiare le cose. Gli pareva che la grandezza dello stato consistesse in farsi obbedire, e che i magistrati non facessino cosa alcuna senza suo ordine; e pensava che in Firenze fosse un numero di cittadini i quali fossero costretti a seguire la fortuna dei Medici in ogni evento, e poterli trattare come gli piaceva; e non pensava ad altro che a soddisfare il Papa in ogni cosa, e compiacere cardinali e altri prelati e signori e gran maestri con danno e disonore della città. E benché gli fòsse ricordato che egli era mandato in Firenze per essere di quella difensore, e aveva