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Lk GIOVENTÙ DI CATERINA DE* MEDICI. 94

La Tour d* Auvergne. Francesco I aveva affidata a lui, come prossimo parente , V amministrazione dei beni ereditati dalla Madre. Questi beni erano ragguardevoli. Ella non potea chiamarsi povera, dice Brantòme, parlando di Caterina/' poiché por- tava alla corona di Francia terre, le quali oggi producono centomila lire: le contee di Auvergne eLauraguais, le signorie di Leverons, Donzenac, Boussac, Corréges, Hondecourt, tutte apparte- nenti alla eredità di sua madre; per non parlare del suo corredo, e de' suoi possedimenti italiani. Il Papa non era contento dell'amministrazione del Duca. Già nell'anno i526, raccomandava gl'inte- ressi di Caterina al re Francesco; scrisse al Du- ca,, e gì' ingiunse d'intendersi riguardo a conti col nunzio Roberto Acciajoli." Acquietatasi di nuovo alquanto l'Italia, venne Giovanni Stuardo a Roma per fare i conti < e vi rimase parecchi mesi. Le differenze furono appianate: si disse però che il Papà, con danno non lieve della Duchessina," erasi mostrato troppo condescendente verso lo zio di lei. Questi desiderava di congiungere Ca- terina col giovane re di Scozia, ma pare che ritirasse le sue proposizioni , quando ebbe sen- tore dei progetti francesi. Del resto, fin da prin- cipio erasi il Papa mostrato avverso alla propo- sta: non voleva mandare tanto lontano la sua nipote. I coirieri, diceva egli, che avrebbe dovuto spedire qua e là per aver nuove di lei, gli. sa-