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LÀ GIOVENTÙ DI CATERINA DE* MEDICI. 87

Francesco Guicciardini era geloso di Baccio Va- lori, e Baccio Valori più mite delF implacabile storico di quei giorni dolorosi (che in questi tristi momenti si mostrò più crudele ed acca- nito che ogni altro) stimò gran ventura l'abban- donare la città lacerata dalle fazioni. Imperoc- ché il Papa lo nominò governatore di Romagna, ed affidò la direzione interina degli affari a Nic- colò di Schomberg, Arcivescovo di Capua: stra- niero, che da lungo tempo ben conosceva Firenze. Il 3 luglio del seguente- anno 1531 Alessandro de' Medici fu nominato capo della repubblica. Così fu adempita la promessa di conservare salva la libertà di Firenze !

Caterina, libera il giorno in cui l'assedio fini, era tornata nel chiostro delle Murate, dove fu ri- cevuta con esultanza. Con amorevole cura con- tinuò ad assisterla messer Ottaviano; il quale, come abbiam detto, non senza grave difficoltà, né anche senza pericolo, era rimasto in patria. Nel settembre del 1530 ei l'accompagnò a Roma insieme con messer Lionardo Tornabuoni vescovo di San Sepolcro; che mandato a tal fine da Cle- mente VII a Firenze, portò al convento un do- nativo di cento cinquanta scudi d'oro." Il Papa, come aveva presso di se Ippolito ed Alessandro, richiamava pure Caterina. Anche senza espressa testimonianza può ammettersi che nella città di Roma ella abitasse il palazzo mediceo nella piazza