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xiali; i quali sotto Filiberto principe d' Grange erano usciti incontro al nemico. Ambedue i ca- pitani trovaron la morte. Si disse , e la voce è passata alla posterità, che il Principe non mo- risse d' una palla nemica , ma fosse ucciso .a tradimento.

La battaglia di Gavinana decise la sorte della città. Il M agosto fu conchiusa la capitola- . zione: nello spazio di quattro mesi l'imperatore doveva stabilire la costituzione senza manomet- tere la libertà. Dopo un assedio di dieci mesi, Firenze rifinita dalla fame, dalla peste, da perdite d' ogni genere e da indicibili guai , aprì le porte. Più che ottomila cittadini e quattordici mila sol- dati erano caduti. I più ricchi eziandio erano im- poveriti, poiché, volenti o forzati, avevano essi offerto gli ultimi loro averi alla difesa, o gli ave- vano perduti nella infinita carestia.

Il tempo dell'assedio era stato per Firenze duro e tristo assai , ma più duri e tristi furono i giorni consecutivi alla resa. La natura del Papa favoriva l' odio e lo spirito di vendetta delle fa- zioni. Papa Clemente, dice uno degli storici più imparziali ed autorevoli di quel tempo, era di povero cuore e pauroso, quindi egli consentì ai confini agli esilii, alle prigioni, alle morti, e final- mente alle rovine di tanti cittadini, e di tante famiglie, anzi di un'intiera città." I capi dei Palleschi si invidiavano e si odiavano a vicendr