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ghette livide e purulente. Il pittore ritrasse a grandezza naturale il volto del Sovrano: volto atteggiato ad una perfetta calma, ma sparuto, rimpicciolito e reso quasi irriconoscibile. Il dipinto fu trovato somigliante e la Regina ne ordinò dodici piccole copie, per distribuirle ai capi della Corte. Il ritratto venne pagato al Caldara duecento piastre, e ciascuna copia, ottanta ducati; ma l’originale e le copie nessuno ha potuto dirmi dove siano andate a finire. Il Caldara mi scrisse che le copie veramente furono tredici, e la tredicesima la possedeva lui. Più tardi, la Regina madre ordinò allo stesso Caldara di ritrarre su tela di quattro palmi per quattro e mezzo, gli ultimi momenti di Ferdinando II, e l’artista eseguì il lavoro, tornando più volte a Caserta e servendosi anche di una fotografia della camera mortuaria, datagli dal principe don Sebastiano. Il Re è dipinto nel suo letto di morte, avendo da un lato monsignor Gallo nell’atto di recitare orazioni, e dall’altro, la Regina in ginocchio con un crocifisso in mano. La Regina e il prelato posarono più volte innanzi all’artista, al quale fu pagato il quadro 2600 ducati. Neppure di questo dipinto si ha memoria. Solo il Caldara ne aveva una fotografia.

L’atto di morte fu rogato a Caserta, alle tre pomeridiane del giorno 23, da Scorza, direttore del ministero degli affari ecclesiastici e incaricato della firma del ministero di grazia e giustizia, e in tale qualità, funzionante da ufficiale di stato civile della Real Casa. Denunziarono la morte del Re il marchese Michele Imperiale e il duca d’Ascoli. Intervennero, come testimoni della denunzia, Ferdinando Troja e il principe di Bisignano. Lo sottoscrissero tutti e cinque, in quest’ordine: Ferdinando Troja, Pietrantonio Sanseverino, Michele Imperiale, Sebastiano Marulli, Francesco Scorza. Appena compiuto, l’atto fu consegnato a don Michele Leonetti, sindaco di Caserta e al cancelliere Cassano, e trascritto negli atti dello stato civile di quel Comune, sopra i due registri, al foglio 71, numero d’ordine 54. Ferdinando II contava, quando mori, 49 anni, quattro mesi e dieci giorni. Com’è noto, nacque a Palermo il 12 gennaio 1810.1


  1. Il testo dell’atto di morte fu pubblicato da Niccola Bernardini nel succitato libro: Ferdinando II a Lecce.