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N mezzo alle tenebre dell’Evo medio, mentre la gente latina passa di servaggio in servaggio e di miseria in miseria, una mano ardita e gentile agita tratto tratto una fiaccola da cui partono i primi bagliori della luce, che irradierà il tempo nuovo. — Seguite i moti di quella mano, scrutate le trasparenze opaline di quel crepuscolo e vedrete delinèarsi il volto della donna, dalla quale emana il profumo di gentilezza e di nobiltà, onde avrà origine la cavalleria e si tiene, vivo in tanta decadenza il prestigio del nome e delle armi italiane. Col progredire dei tempi la donna spiega sempre meglio la sua s*.2Ìone benefica nel duplice campo della religione e dell’arte, quando

  • iei castelli della verde Provenza cinge la spada ai cavalieri moventi "Verso Terrasanta e quando appare fulgida e bionda nelle ballate

<lel trovieri, i quali valicate le Alpi, cantano innanzi ai nepoti dei XT)mani commossi da reminiscenze grandiose, il trionfo della bellezza e le gesta degli eroi. Gli irsuti figli della gleba, afibllatisi intomo ai cantori, ascoltano avidi la parola, che scende nei loro cuori come il ricordo di una melodia da lunghi anni obliata, poi rapiti dalla narrazione di fatti grandi e meravigliosi, volgono all’avvenire uno sguardo nel quale brilla l’aurora della ci-iltà rinascente. Nello sfolgorio di quest’aurora sorge appunto Dante Alighieri e sorge in Firenze, essendo giusta e naturai cosa, che il fiore della poesia germogli e si schiuda al sole della libertà. Primo a raccogliere gli elementi sparsi del nuovo idioma, Danto,