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Nell'età di mezzo, quando fiorivano le gloriose repubbliche italiane di Venezia, Firenze, Genova, aveva una parte notevole il lavoro delle donne, specialmente nella filatura e tessitura, che raggiunsero un grado eminente di perfezione.

I lanificii presero tale straordinario incremento, che la classe mercantile, dedita a quest’industria, potè elevarsi ad una specie di patriziato, alla così detta nobiltà della lana.

E molte delle nostre principali famiglie fiorentine, come ben sapete, ritraggono precisamente la loro origine, nobiltà e ricchezza da quella fiorente industria e mercatura.

Nella sola Firenze si contavano più di duecento fabbriche di pannilani, che producevano in media ottantamila pezze all’anno.

In quell'epoca prese pure grande sviluppo la filatura e la tessitura della seta.

Molte donne trovarono così occupazione nell’allevamento dei filugelli, altre nel filare e tessere la seta. E raggiunsero in quest’arte tale perfezione, accoppiata a buon gusto, che ne uniscono quei drappi delicati, artistici e sontuosi, che si esportarono in tutte le parti del mondo e che anche oggigiorno formano l’ammirazione degli intelligenti!

Venezia era rinomatissima per i suoi stupendi merletti, Genova per le sue tele spigate, rabescate e damascate, per i drappi in seta e oro, la Toscana divenne poi anche rinomata per i suoi finissimi lavori in paglia.

E più la civiltà andò sviluppandosi e raffinandosi, più le donne parteciparono alla produzione.

Non mi è certamente possibile, nel breve l'imite di una Conferenza, accennarvi tutti i lavori nei quali le donne, in progresso di tempo, esercitarono la propria attività; né notare i varii cambiamenti che in conseguenza di fatti politici, economici e sociali, si operarono nelle forme organiche del lavoro e nelle condizioni cosi domestiche come pubbliche delle donne operaie! Allora sarebbe necessario che io facessi la storia delle industrie e quella della civiltà.

Però, non posso tacere di una grande circostanza, che è forse la più degna di nota, rispetto al lavoro, e che aprì nuovi orizzonti alla donna operaia.

Intendo parlare della creazione della grande industria, la quale le procurò un’infinità di lavori, che corrispondono alle sue forze, capacità, attitudini.