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istruzione, ed io ritengo invece nella poca o nessuna libertá lasciata ad alcuni cittadini e ad alcuni partiti. Dunque, se era nei limiti della causa l’avv. Tarantini, mi pare di esservi anch’io.

PRES. — Al contrario.

AVV. MERLINO — Signor Presidente, signori Giurati; che cosa é il delitto politico? E’ l’insorgere che un individuo o pochi individui fanno contro il regime di cose esistente. Ed io sono il primo a riconoscere (in ció discorde dall’opinione di ben noti autori), che il delitto politico abbia in sé un vero contenuto morale; perché non si ha il diritto di insorgere contro la volontá della maggioranza della nazione e di imporle un mutamento di regime colla violenza. Questo deve essere riconosciuto in qualunque regime politico, anche domani, se ne avessimo un altro, puta caso, il socialista. E’ necessario che coloro i quali hanno opinioni contrarie al vigente ordinamento dello Stato facciano valere le loro opinioni per mezzo della propaganda pacifica, finché quelle opinioni guadagnino il consenso universale e si impongano. Questo peró importa, che si consenta una tale propaganda. Per impedire il delitto non vi é che un solo metodo: libertá per tutte le opinioni. Quando negate libertá a certe opinioni, quando voi maggioranza commettete abusi ed ingiustizie, allora necessariamente, inducente la minoranza ad uscire anch’essa dal terreno della legalitá, a violare in voi quella libertá che voi violate in essa.

PRES. — Signor avvocato: qui non vi sono abusi né violenze di sorta. Veda di attenersi alla causa, di stringere gli argomenti, di abbandonare certe sue teorie; le potrá spiegare in altra sede. Qui deve trattare legalmente la causa, lasciando da parte certe teorie elastiche.

AVV. MERLINO (concitato). — Lei, signor Presidente, non ha interrotto il P. M. quando anch’egli ha accennato a teorie…

PRES. — Il P. M. non ha mai esorbitato.

P. M. — Io ho parlato di fatti, non di teorie!

AVV. MERLINO — E di fatti sto parlando anch’io.