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3° Per disporle in occasione di parata, o per un passaggio di ponte, presso cui si fa la massa per poi rompere; o infine per qualunque altra raccolta accidentale, mentre una forte massa di cavalleria così agglomerata, affinchè non sia rovinata prima d’entrare in azione, va tenuta lontana dalla zona dei tiri.

L’ordine in colonna serrata è dunque specialmente applicabile alle riserve, ma sempre colla massima circospezione, perchè come benissimo osserva il generale prussiano De Brandt — «per la gran passata delle nuove armi,.... il posto delle truppe, che non sono in linea, richiede tanta attenzione quanto quello delle truppe impegnate.1» — A Solferino, le riserve degli austriaci patirono gravissime stragi per le nuove artiglierie rigate dei francesi, appunto per aver negletto questo principio, ignorando l’effetto di quei nuovi ordigni di guerra che allora per la prima volta apparivano nell’artiglieria campale.

Coloro che dissero essere «la colonna serrata la più adatta alle evoluzioni, e quella che colla maggiore celerità si può spingere in tutte le direzioni2», si troverebbero nel maggiore imbarazzo, se con una divisione di cavalleria di 16 o 24 squadroni dovessero traversare un campo di battaglia per recarsi in prima linea.

Essi non pensarono che, all’infuori di tutti gli ostacoli del terreno, bisognerebbe passare sopra un campo coperto da truppe di fanteria, ingombro d’artiglierie e cosperso d’uomini e cavalli morti.

Enumerando quest’inconveniente, non escludo quest’ordine, avendo indicato le sole circostanze in cui può applicarsi; ma ammesse pure le condizioni più favorevoli di terreno, e il caso di non aver contro che cavalleria, tutti quei pochi movimenti, a cui sono circoscritte le sue evoluzioni, saranno sempre lenti, pericolosi e d’azzardata esecuzione contra un nimico attivo ed arrischiato.


  1. M. De Brandt. Observations sur la formation des troupes pour le combat.
  2. Vol. 3° del Regolamento § 1853, pag. 262.