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268 la natura

162Del sole, ed osi con mortal parola
Recare ad immortali esseri oltraggio;
Quando pur son d’ogni divina essenza
165Sì lontani e divisi, e così indegni
Sembrano che fra’ Numi altri le ascriva,
Da stimar che più tosto essi una chiara
168Idea possano offrir di ciò che affatto
Di vital moto e d’ogni senso è privo.
Giacchè pensar non si può mai, che possa
171Unirsi a qual vuoi corpo anima e senno,
Com’essere non ponno alberi in cielo,
Nubi nel salso mar, pesci ne’ campi,
174Sangue dentro a le legna, umor ne’ sassi:
Certo e disposto da natura essendo
Il loco ove ogni cosa e cresca e viva;
177Così nascer non può senza del corpo
L’animo di per sè, nè viver lungi
E da’ nervi e dal sangue. Ed ove infatti
180Ciò potesse? Nel capo o ne le spalle
O negl’imi calcagni esso potrebbe
Viver più facilmente e in qual vuoi parte
183Nascere, e infine dimorar per sempre
Ne l’uomo stesso e ne lo stesso vase.
Ma già che pur nel corpo nostro appare
186Che certo, acconcio è il loco, ove distinta
Nascer l’alma e la mente e crescer deve,
Tanto è più da negar che fuor del corpo,