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639Ove a’ sensi negar fede si ardisca,
E non schivare i precipizj e l’altre
Simili cose che fuggir si denno,
642E seguir tutto ciò che a lor contrasta.
Vana è dunque ogni copia di parole,
Che contro a’ sensi ad ammucchiar ti appresti.
645Come nel fabbricar, se storto è il primo
Regolo, se fallace esce la squadra
Dal dritto fil, se quinci o quindi inclina
648L’archipenzolo un niente, è forza allora
Che difettoso sia sconcio e bislenco
Tutto inter l’edifizio, e innanzi e indietro
651Senza proporzïon sbonzoli e spiombi,
E già in parte crollar sembra e già crolla,
Perchè i moduli primi eran fallaci,
654Così quindi esser dee fallace e storta
Ogni ragion da sensi falsi uscita.
     Aspra cosa or non torna il render chiaro
657Come senta ogni senso il proprio obietto.
     In primo luogo udiam le voci e i suoni,
Quando, introdotti ne le orecchie, scotono
660Col corpo lor l’udito; onde, se ponno
Movere il senso, confessar dobbiamo,
Che corporei son pur le voci e i suoni.
663La voce anche talor raschia le fauci;
Grido in uscir più l’aspra arteria innaspra;
Perocchè allor che de la voce i semi,