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la donna e il lavoro 81


che in alcune officine per il munizionamento, il lavoro femminile aveva dato risultati superiori al maschile, sia riguardo alla quantità che alla qualità. Il dall’Ongaro in un articolo dell’aprile 1917 al Giornale d’Italia giunse alla stessa conclusione «È poi, di sommo conforto — egli dice — il fatto che all’aumento numerico della mano d’opera femminile sia venuto anche ad accompagnarsi un miglioramento ed affinamento della capacità produttiva dell’opera stessa». E più oltre: «Da quanto abbiamo esposto risulta come siano giustificate le lodi e l’omaggio che da ogni parte, e specialmente da parte di coloro che hanno dato e danno in prima linea il loro contributo generoso alla grande causa, vengono tributati all’opera femminile; opera che non sarà dimenticata e che ha aperto alla donna la via alle più ampie rivendicazioni economiche e morali dopo la guerra».

L’aver valutata l’immensa importanza del lavoro femminile nelle campagne, ha fatto sorgere nel Comitato Tecnico di Agricoltura l’idea di premiare quelle indudustriose, vigili custodi della ricchezza nazionale. Le motivazioni dei 12.713 premi assegnati sono concordi nel rilevare lo spirito di disciplina, l’ardore al lavoro, l’ini­ziativa femminile. Una motivazione piacemi trascrivere per intero:

«Una medaglia d’oro è stata assegnata alla buona memoria di Celeste Pignotti da Gagliola in quel di Macerata, che avendo il marito Francesco Orizondi richiamato alle armi fin dal 1915, rimasta sola con due tenere bambine, a tutto provvede con abilità ed energia, perchè il fondo che la famiglia coltiva di ettari 5 produca come sempre e più se possibile, finché essa, colta da malattia per eccessivo lavoro, cade come un’eroico combattente, immolando sè stessa alla famiglia, alla patria.