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74 m. a. loschi


questo senso; deve cioè oltre al fine di prepararci a vivere nell’ambiente qual è di fatto, proporsi anche un fine superiore: preparar ciascuno a una vita migliore; cioè prepararlo ad essere un fattore di perfezionamento» — sono parole di quell'austero maestro, che ammonisce come non è «possibile formare l’uomo, senza formare insieme anche il cittadino; poiché quello di cittadino è uno dei caratteri umani, e — l’uomo che non sia cittadino, — il cittadino che non sia uomo, — sono costruzioni artificiali di una riflessione gretta, umiliante — astrazioni vuote».

La Patria — il senso della Patria — è sembrato per molti anni esulare — (è doloroso, ma doveroso riconoscerlo!) dalle aule scolastiche d’Italia. — Vi è rientrato ora e tutti dobbiamo rendere omaggio ed esternar gratitudine alla maggioranza degli insegnanti italiani per la loro propaganda di guerra.

Ma a costo di sembrare pedante — tengo a dire che l’educazione nazionale non deve arrestarsi a questo. — Se il patriottismo deve essere altamente inteso, se deve essere educazione, — non può essere pretesto di vacanze e di baldorie, — nè — come scrive un autore che ho già citato: «la mozione degli affetti può essere cercata con degli artifizi retorici, d’un valore artistico incerto, e in ogni caso inetti a destare, a nutrire un sentimento sano e profondo. Molti fervorini, molte raccomandazioni, molti punti ammirativi; tutte cose fredde che lasciano freddo l’ascoltatore: tanto più da noi dove i bimbi succhiano col latte la scettica noncuranza o il disprezzo per la nostra vita nazionale.»

Altra deve essere la scuola d’italianità di domani: deve pensare a creare gli Italiani moderni — e le Italiane! — a migliorare gli istinti della razza, — a secondare le virtù, — a formare gli animi e i caratteri.