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72 m. a. loschi


non è soltanto testa, ma anche cuore, e vincendo, per il bene della Patria e l’avvenire delle future generazioni, tutti i preconcetti — anche quelli che possono sembrarci i più cari.

Uno scienziato, che è altresì un poeta, uomo di mente elevatissima e di fede patriottica purissima, Antonino Anile, recentemente scriveva:

«La massima parte dei maestri che ha l’Italia, sono settari, o nel senso clericale, o nel senso anticlericale, che è la medesima cosa». E aggiungeva:

«Io non so se la coltura laica che noi ammanniamo, possa dare un ideale che richiami a sè questa supervitalità che fermenta in ciascun elemento dei nostri tessuti. Ma lo Stato, come distributore di tale coltura, non dovrebbe disconoscere tale esigenza; e nel soddisfare l’arduo compito assunto, dovrebbe anche preoccuparsi che ciascuna generazione, che sale il limitare della vita, sappia molte cose ma le comprenda anche; che perda le superstizioni ma acquisti, se non altro, la fede nei sacri destini della Patria; ed è in tal modo che gli usi civili si illuminano di un riflesso di usi religiosi.

«A raggiungere tale scopo non giovano nè le letture, nè le lezioni orali. È necessario invece che il fanciullo sia preso in quel che ha di più vivo; non per la via di questo o quel senso, ma per la via onde si giunge al suo cuore, piccolo ancora, ma già cuore umano. Egli deve commuoversi per qualche cosa che circoli meno nel suo cervello e più nel suo animo, poiché si ripete in lui lo stesso processo per il quale l’umanità mitica uscì dalla preistorica. Il fanciullo così, mentre viene educato, educa l’educatore, che deve trarre dal suo cuore i mezzi per conquistare i cuori altrui».