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66 m. a. loschi

Purtroppo l’incosciente «platitude» della burocrazia — ha esteso queste pseudo necessità anche alle scuole femminili, acutizzando così, inconvenienti e deficienze che già minano questo deforme organismo.

Sembra che una buona volta il riordinamento della Scuola Normale si avvicini all’attuazione. Le promesse e i progetti che l’attuale Ministro della Pubblica Istru­zione — l’on. Berenini — ha esposto nel suo concettoso ed eloquente discorso al Teatro Costanzi, hanno aperto uno spiraglio di luce e dato adito a nuove speranze, che tutti indistintamente, desideriamo di ve­dere realizzate al più presto.

La riforma si fonda sull’obbligatorietà dell’insegnamento elementare — non solo per le prime tre — ma per tutte le quattro classi e affronta il formidabile complesso problema dell’istruzione popolare — preparatoria a quella tecnica e professionale — ritardando così lo sfruttamento dei minorenni nelle officine e nei laboratori, piaga dolorosa del nostro Paese.

Nello stesso tempo — il Ministro riconosce la necessità di svolgere parallelamente la riorganizzazione della Scuola Normale — affinchè essa prepari seriamente ed efficacemente all’insegnamento e alla vita.

Oggi la riforma approvata dal Senato, su proposta del Ministro Berenini sembra voler aprire un’era nuova per la Scuola Normale.

Nessuno può aprioristicamente, soltanto sulle parole scritte, giudicare una legge che invece va esaminata nelle sue pratiche attuazioni. Certo: sembra già un buon passo avere eliminate quelle cause di disordine che, specie nei primi anni delle scuole complementari, procedeva dal frazionamento delle materie in troppi insegnamenti specializzati.

La esiguità degli studi, la tendenza delle classi po­-