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64 m. a. loschi


sizione, a definire in modo sicuro le norme di assunzione — per mezzo di concorsi — che volevano escludere favoritismi e partigianerie, assicurando alla scuola un personale scelto.

Contemporaneamente — l’Amministrazione provvide — in parte almeno — al necessario miglioramento economico — con due leggi, la prima del 1906, la seconda del 1914.

Se gl’insegnanti avevano anteposto le rudi necessità della vita alle riforme scolastiche di carattere didattico, — essi non perdevano di vista l’urgenza di studiare la riforma delle Scuole Normali.

Sarebbe inutile e... terribilmente noioso — annoverare tutte le Commissioni che furono nominate, i referendum, le inchieste ecc. Basti accennare che la Commissione Reale per la riforma delle Scuole Medie (1909) — non dedicò neanche una seduta alla Scuola Normale Femminile — la quale è semplicemente ricordata due volte — proprio di sfuggita, nei due ponderosi e... inutili volumi che riassumono l’opera dei Commissari.

Una parte però della responsabilità di questo ignorare il problema della scuola femminile, è dovuto alla quasi totale assenza della donna in queste commissioni — assenza che dipende da vari coeficenti diretti e indiretti: ostruzionismo maschile, indifferenza o scetticismo o noncuranza femminile, inesatta valutazione del problema.

Che la riforma della Scuola Normale fosse imminente, era presumibile dopo la legge Credaro che riordinò l’insegnamento elementare — realizzando definitivamente l’obbligatorietà dell’alfabeto. Era presumibile — dico — perchè le sorti della scuola primaria sono strettamente legate all’andamento e ai risultati della Scuoia Normale.