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come viene educata la donna alla vita 47


finato, Federico Amiel, scriveva con nostalgia: «Quando l’educazione avrà foggiato delle donne forti, nobili e serie in cui la coscienza e la ragione domineranno i bollori della fantasia e della sentimentalità si dirà; Onorare la donna e conquistarla! E la donna sarà veramente un’uguale, una compagna».

Come tale ella avrà il suo posto nella casa, della quale saprà intendere tutta la dolce poesia. In essa ella può imprimere i segni della propria individualità anche la più elevata e la più raffinata. La casa non deve essere soltanto il conforto fisico e il luogo di raccolta degli affetti e delle dolcezze famigliari, ma anche un rifugio di bellezza e di poesia di cui la donna sia l’anima vivificatrice. V’è un’estetica in tutte le cose che può tener spesso luogo di morale. Essa è manifesta superlativamente nella casa: ciò bisogna ripetere alle nostre fanciulle affinché non confondano più un’opera di complessa bellezza con un’operosità materiale. Così come non debbono confondere un’armoniosa eleganza con la superficiale vanità, figlia della fatuità e del capriccio.

Nella nuova evoluzione la famiglia non ne escirà che accresciuta per i nuovi valori che verranno a darle più verità e però più sostanza facendo di essa, non più un’istituzione sociale edificata sull’incerta base di convenzioni, di pregiudizi, di necessari interessi materiali e però spesso sorgente di contrasti, di bassezze, di male, ma una forza morale creata per virtù di volontà spontanea, di autentiche qualità, di comune e pari fede, di comune e pari amore.

Nel concetto tradizionale della donna sono bellezze e verità eterne che compongono la nostra gloria migliore. Da quelle bellezze e da quelle verità di cui l'uomo primamente rivesti la poesia femminile, vo-