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44 ester danesi traversari


Ogni deformazione fisica che per la nostra trascuratezza o per la nostra ignoranza noi procurassimo ai nostri figli ci parrebbe un orrore e perfino il codice ce ne punirebbe. Altrettanto criminale non è forse la deformazione morale, intellettuale, spirituale che una falsa educazione può favorire nei nostri figli?

Ciò interessa tanto più la donna in quanto tutto tende a costringerla ed essa è impedita da ostacoli e da contrasti infiniti. La più fortunata è spesso soltanto una pianta di serra che non conosce gli uragani ma neanche il puro soffio della libera aria.

Bisogna dare vigore morale alla donna, formarne il carattere; essa è ancora troppo abituata a sentire sempre un appoggio, purchè sia, vicino a sè. Gli altri sempre si sovrappongono al suo pensiero, provvedono alle sue necessità, suppliscono alla sua volontà. Essa vive di compromessi con sè stessa, cosciente o no.

Ho nominato prima il lavoro. Anche per la donna è esso il grande moralizzatore. Nell’indipendenza economica è basata l’elevazione morale della donna. Esistono situazioni nelle vite femminili che vengono facilmente considerate soltanto delle spregevoli colpe e non sono che tragedie spasimanti.

Gli uomini che primi inducono a quelle colpe le stigmatizzano poi del loro disprezzo, ma con quale diritto? Si può ritenere che il sacrificio oscuro ed eroico sia la norma comune della donna comune? Aiutiamo dunque ad aprire le vie del lavoro e facciamo che la donna nuova, quella che lotta ed opera, sia la donna della rinnovata coscienza, ma anche dell’eterna poesia.

Nella ribellione contro se stessa, ripeto, nella salvazione dei suoi valori sopraffatti, ch’ella vuole ritrovare, la donna deve essere coraggiosa in considerarsi,