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32 ester danesi traversari


Condorcet e Sieyés, furono soffocati dalle voci potenti dei tre grandi continuatori del 18° secoli; Mirabeau, Danton, Robespierre.

Questo grande apostolo dell’uguaglianza nel suo di ideale emancipazione dimenticò null’altro che la metà del genere umano!

Il Codice civile infine fu concepito e discusso nelle condizioni più sfavorevoli alla donna. Le immaginazioni erano ancora tutte impressionate dai disordini del Direttorio e in quel codice, che pur è un grande monumento legislativo, le questioni morali, di cui la donna è vittima, furono il suo lato debole.

L’indipendenza femminile non ebbe avversario più accanito di Napoleone Buonaparte, il despota per eccellenza che non concepiva se non l’obbedienza. Egli terminò una discussione del consiglio con queste parole: «Il y a une chose qui n’est pas française, c’est qu’une femme puisse faire ce qui lui plait.» Il destino lo ripagò. Nella sua vita di vittoria e di trionfo, mancò a Napoleone Buonaparte la suprema consolazione, il vero amore di una donna, una devozione costante e tenera. Tutte le donne ch’egli ebbe lo tradirono, tutto il suo despotismo, tutta la sua potenza e la sua gloria, non valsero a stringere un piccolo cuore femminile. Egli troppo disprezzò. Fu disprezzato. La donna istintivamente, intuitivamente si trasforma e si deforma di fronte all’uomo che dice di amarla come a stabilire incoscientemente una sua difesa, a salvare l’equilibrio delle più nascoste e calpestate sue bellezze morali.

Tutto questo passato di abbiezione, di vergogna, di sofferenze, che creò leggi infami per l’infamia dell’ingiustizia che le suggerì, si riassume nell’enunciazione del filosofo della restaurazione M. De Bonald: «L’homme et la femme ne sont pas egaux et ne pour-