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12 giannina franciosi


dalle operaie silenziose e operoso. Non rivalità nel campo del lavoro dovrebbe essere tra uomo e uomo ma cooperazione a seconda delle individuali disposizioni. Ciascun individuo sia uomo o donna ha diritto di vivere e vivere vuol dire lavorare. E in qualunque campo si consideri la possibilità del lavoro femminile, da quello silenzioso e benefico della casa a quello dell’officina e del laboratorio, della scuola, della scienza, fino a quello del più umile lavoro manuale per il pane quotidiano, noi troveremo sempre la necessità di un più alto e cosciente sviluppo delle facoltà intellettuali e morali.

Se l’analfabetismo è considerato a ragione una vergogna sociale, un impedimento ad un più elevato sviluppo nazionale; se altrettanto è a considerarsi dannoso il solo arido insegnamento delle prime nozioni di lettura e di scrittura pel popolo, tale è anche a considerarsi l’inverniciatura delle prime nozioni culturali per la donna di civile condizione. Essa quasi sempre si arresta là ove dovrebbe cominciare, quando cioè l’amore per le letture serie e sane non è ancora sorto, quando la sua coltura è sufficiente a farle supporre di poter parlare di cose di cui non conosce che il nome, a giudicare di ciò che ode e non comprende. A tale proposito voi non udirete mai una madre dire del proprio figlio: «quando avrà finito gli studi» perchè sa almeno per tradizione che l’uomo pel compito sociale a cui è chiamato studia o dovrebbe studiare tutta la vita, mentre molto frequentemente si ode dire con piena convinzione: «quando mia figlia avrà terminato gli studi». E tali studi ascendono generalmente alla terza complementare, lasciati interamente alla responsabilità della scuola, senza che la famiglia cooperi moralmente ai semi intellettuali che dovrebbe dar quella. Eppure