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su cui abbiamo diritti e padronanza assoluti, finché quest’essere non sia forte a sua volta, noi saremo sgomentate dei grandi doveri che la maternità impone. E se desideriamo evolvere la mente delle ragazze è appunto perchè esse siano spiritualmente preparate a questo grande avvenimento e portino nella famiglia, se avranno la fortuna di crearsene una propria, quello spirito di bontà, di sincerità che solo può dare un’educazione libera e indipendente.

La famiglia, per essere realmente una sorgente di utili energie sociali, deve essere basata su rapporti di reciproca sincerità: e i figli devono essere educati alla vita, coscienti dei loro doveri, forti dei loro diritti.

Quando la donna sarà veramente evoluta, quando comprenderà il valore reale della sua missione; quando ogni avvenimento della famiglia, ogni angustia del marito, ogni ansia del figlio troverà in lei la confidente, l’amica, la depositaria gelosa; la famiglia sarà veramente rinnovata dalle radici e sarà la forma perfetta di una prima società.

Rimanga la donna in casa se le sue condizioni glielo consentono; ma rendiamola alla casa dopo averla educata!

Quando la donna avrà fatto il suo primo esperimento nella famiglia, sarà pronta ad affrontare le più complesse questioni: e ne verrà come conseguenza la sua larga partecipazione alla vita sociale.

Alla donna dovrebbe ormai essere riconosciuto il diritto di partecipare a tutto quanto riguarda l’istruzione e la scuola. Non è senza rammarico che io vedo spesso assente l’elemento femminile dalle varie e frequenti Commissioni incaricate di riformare programmi scolastici, di dare nuove direttive alle scuole, sopratutto femminili, di studiare infine e risolvere problemi di educazione.